Controllare I Costi Aziendali

Pranzi e cene di lavoro: quando è possibile detrarre l’IVA?

SAP Concur |

Un pasto al ristorante è spesso una spesa inevitabile in trasferta o in occasione di incontri professionali. La buona notizia è che, a certe condizioni, è possibile detrarre l’IVA dalla relativa fattura e dedurne il costo ai fini fiscali.

IVA detraibile e costo deducibile: non sono la stessa cosa

Una distinzione fondamentale da conoscere è quella tra IVA detraibile e costo deducibile.

  • L’IVA detraibile è l’IVA che l’azienda può “recuperare” nella fase di liquidazione periodica dell’imposta portandola direttamente in detrazione dall’ammontare dell’IVA dovuta sulle fatture emesse.
     
  • Il costo deducibile, invece, riguarda le imposte dirette: è l’ammontare della spesa che può essere dedotta dal reddito imponibile per la determinazione del carico fiscale.

Non sempre un costo con IVA detraibile è anche deducibile al 100% e viceversa. Bisogna considerare sia la natura dell’evento (trasferta, cena con cliente, meeting interno…) sia la documentazione a supporto.

Limiti di deducibilità dei pasti aziendali

La normativa fiscale italiana prevede diversi limiti in base alla tipologia di spesa ed alla modalità di rimborso.

Ecco i principali:

1. Trasferte fuori dal comune

Quando un dipendente o collaboratore coordinato e continuativo si trova in trasferta fuori dal comune della sede di lavoro, ai sensi dell’art. 95 TUIR comma 3:

  • Le spese di vitto e alloggio sono deducibili entro i seguenti limiti:
     
    • Fino a 180,76 € al giorno per trasferte in Italia
       
    • Fino a 258,23 € al giorno per trasferte all’estero
       

Ai sensi del successivo comma 3 bis, introdotto dall’ultima Legge di Bilancio, il pagamento deve avvenire con modalita’ tracciabile (quindi non in contanti). 

Il costo, quando non e’ sostenuto dal dipendente o dal collaboratore che solitamente si avvale dei rimborsi analitici, va documentato con fattura intestata all’azienda.

2. Trasferte nel comune

Per trasferte nel territorio comunale, le spese di vitto e alloggio sono deducibili al 75% del loro importo, anche se pagate in contanti, purché siano documentate.

Le indennità o i rimborsi di spese sostenuti nel territorio comunale sono integralmente imponibili per il dipendente, tranne i rimborsi di trasporto, se comprovati con documenti (es. ricevute del taxi).

3. Spese generiche di ristorazione

Nei casi diversi dalla trasferta:

  • La deducibilità del costo è limitata al 75% dell’importo documentato.
     
  • L’IVA è detraibile solo se la spesa è inerente, documentata con fattura e pagata in modo tracciabile.
     

4. Spese di rappresentanza

Se la spesa per pranzo o cena rientra tra quelle considerate “di rappresentanza” (es. cena di gala, evento aziendale con fornitori):

  • Il costo è deducibile solo entro determinate soglie di ricavi annui (la prima di queste è pari a 1,5% sino a 10 milioni di euro)
     
  • L’IVA non è mai detraibile
     

5. Metodo di rimborso e tracciabilità

Per l’azienda, il rimborso delle spese di trasferta sostenute dal dipendente o dal collaboratore coordinato e continuativo con propri mezzi di pagamento è deducibile dal reddito:

  • se è documentato con nota spese e ricevute quietanzate da mezzi di pagamento tracciati, nel caso di rimborsi analitici;
     
  • per l’intero importo, nel caso di rimborsi forfettari: l’eccedenza oltre le soglie giornaliere consentite è tassata in capo al dipendente.

Le condizioni per il recupero dell'IVA sui pasti

In generale, le spese di vitto e alloggio sostenute nell’ambito dell’attività lavorativa possono essere oggetto di detrazione IVA, ma solo se:

  • si è in possesso di fattura, una ricevuta fiscale o uno scontrino non bastano.
    La fattura deve indicare i requisiti minimi di forma (ossia: data, luogo, numero di coperti, dettagli del pasto). Orientamenti fiscali consigliano anche di far inserire nel documento i nominativi dei dipendenti/collaboratori. 
  • il pasto è strettamente inerente all’attività: niente cene con familiari o amici (è sempre consigliabile annotare il motivo della spesa).
  • l’importo è ragionevole (è buona prassi motivarle come da policy aziendali).

E’ molto importante, laddove il pagamento avvenga con disponibilità aziendali, che il dipendente/collaboratore si attivi in tutti i casi in cui sia possibile a richiedere l’emissione della fattura intestata all’azienda.

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Quando l’IVA è detraibile e quando no?

Ecco una panoramica sintetica dei casi più frequenti:

Tipo di spesa

IVA detraibile?

Costo deducibile?

Trasferta fuori comune (dipendenti, amministratori)

100% (entro i limiti giornalieri)

Trasferta nel comune (dipendenti, amministratori)

SI

75%

Pranzo/cena di rappresentanza

No

75% entro soglia ricavi

Cena natalizia con i dipendenti

No

75% entro soglia ricavi

Pranzo tra colleghi senza giustificazione

No

Generalmente non deducibile

 

Cosa succede in caso di trasferta con spese sostenute dal dipendente/collaboratore?

In questo caso vi sono tre modalità di rimborso delle spese di trasferta:

Metodo

Per il dipendente

Per l’azienda

Analitico (ricevute + nota spese)

Spese rimborsate non tassate

Deducibile fino a 180,76 € al giorno (Italia) o 258,23 € (estero)

Forfettario (es. 46,48€/giorno)

Non tassato fino al limite

Deducibile al 100%

Misto

Parte rimborsata, parte forfettaria

Doppia deducibilità (con limiti per l’analitico)

In questo caso è fondamentale:

  • che la trasferta sia fuori dal comune della sede di lavoro;
  • nel caso di rimborsi analitici: che il pagamento sia tracciabile e che il dipendente presenti una nota spese completa di giustificativi.

Errori comuni da evitare:

  • Mancanza della fattura: senza fattura l’IVA non è mai detraibile
  • Fattura intestata al dipendente invece che all’azienda
  • Pagamenti in contanti: dal 2025, obbligo di tracciabilità come condizione generale per deducibilità e detrazione
  • Spese non inerenti (es. pranzo con amici, familiari, ecc.)
  • Superamento dei limiti di deducibilità giornaliera in trasferta

FAQ

1. Posso detrarre l’IVA di un pranzo di lavoro?

Sì, se il pranzo è inerente all’attività e non è di rappresentanza, con fattura intestata all’azienda, e la spesa è documentata e tracciabile.

2. Quali dati deve avere la fattura del ristorante per detrarre l’IVA?

Data, luogo, dettagli del pasto, numero di coperti, importo e aliquota IVA. Se possibile, annota anche il nome degli invitati e lo scopo.

3. Cosa succede se manca la fattura?

Non puoi detrarre l’IVA.

4. La spesa è deducibile anche se pagata in contanti?

Dal 1° gennaio 2025 la condizione di deducibilità generale è che il pagamento della spesa avvenga con mezzi tracciati (carta di credito, bonifico, etc..).

5. Cosa succede se la fattura è intestata al dipendente e non all’azienda che ha sostenuto la spesa?

In questo caso, l’IVA non è detraibile.

È quindi fondamentale richiedere la fattura a nome dell’azienda.

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